“Quando sono arrivata, Madrid era enorme”, esordisce la giovane Ada, una delle protagoniste di “Sotto Nuovi Cieli”, il docufilm presentato presso la Scuola Italiana di Madrid, nato da un progetto del ComItEs e realizzato con un contributo economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
“Abbiamo ascoltato storie potenti di donne che hanno deciso di lasciare l’Italia, storie diverse, ma con in comune la voglia o la necessità di cercare altrove un nuovo futuro”, spiega Gabriella Lanzilli, co-autrice del documentario e Consigliera Segretaria del Com.It.Es di Madrid e Presidentessa della neo Commissione “I Colori dell’Immigrazione”. “Le donne che abbiamo incontrato ci hanno trasmesso un gran valore, un’intensa emotività e un forte senso di empatia. Nelle loro storie ci rispecchiamo e ci identifichiamo tutti noi che abbiamo deciso di venire qui in Spagna”.
“Il docufilm rispecchia la mia esperienza, quando ho avuto il primo contatto con l’estero”, spiega Emanuela Cozzoni, co-autrice, consigliera Com.It.Es di Madrid e presidente della Commissione Arte e Cultura italiana. “Sono venuta qui circa ventidue anni fa e quando ritornavo in Italia mi dicevano che mi brillavano gli occhi quando parlavo della Spagna. Proprio questo sbrilluccichio mi ha fatto ripartire e ritornare nuovamente in questo paese”.
Come spiegano le autrici del progetto, l’idea è nata con lo scopo di ritrarre le esperienze delle tante donne che hanno affrontato questo non facile percorso che le ha portate a vivere “sotto un nuovo cielo”. Il docufilm racconta anche un altro aspetto, quello della parità di genere. Un tempo le donne accompagnavano i mariti all’estero, oggi non è solo così. Secondo dati ufficiali rilasciati dal Consolato Italiano, nel 2000 le donne erano 5000, oggi più di 50000.
Ada, Chiara, Simona, Sofia, Miriam, Noelia, Priscilla, Nicoletta, Claudia e Sara sono le protagoniste di “Sotto Nuovi Cieli”, il docufilm che sarà in programma alla prossima edizione del Montecatini International Short Film Festival da 5 al 10 novembre 2024, come ha annunciato il presidente della kermesse, Marcello Zeppi.
“Io al futuro non ci devo pensare, perché se penso al futuro vado in ansia, devo pensare al presente”, afferma l’attrice Priscilla Muscat. “Ci vedo del bello, ci vedo delle possibilità a Madrid. Ci vedo della speranza. Ricordo che quando comprai il biglietto aereo fu perché mi dissi che dovevo andare a lavorare con Almodóvar. Era ora, dovevo sbrigarmi, ora o mai più, perché altrimenti sarebbe troppo tardi”.
Chiara Bussotti è una studentessa iscritta presso l’Università di Madrid: “Quando ti trasferisci con i tuoi genitori, quando fai un cambio, li umanizzi un po’ di più, perché le vedi nella tua stessa situazione. Non avevo voglia di andarmene. Perché se uno non ha voglia di cambiare, non è facile cambiare vita. Non è facile ambientarsi”.
“Trenta anni fa a Roma essere omosessuale era difficile, anche se sono stata accettata sia in famiglia che con i miei amici. Così ho cominciato a sognare e conoscere il mondo”, spiega Claudia Patruno barman di Malaga. “Quindi ho scelto una città dove c’era sempre una temperatura gradevole, Malaga. Mi piaceva il colore della città, l’aria, la tranquillità. Malaga 15 anni fa era completamente diversa da quella di adesso e dal primo giorno mi sono sentita a casa. Ho creato una famiglia sia a livello personale che professionale. Ho trovato le soddisfazioni che ho cercato per tanti anni in altri posti perché qui, non ve lo so spiegare, la soddisfazione è maggiore, forse è più riconosciuta, forse è la città la cui gente ci conosce di più a livello personale”.
Simona Curci vive a Siviglia. Da quando ha deciso di trasferirsi in Spagna, l’anno accompagnata emozioni contrastanti, da un lato il voler ricominciare, il sentirsi libera, dall’altra il senso di colpa per avere lasciato in Italia gli anziani genitori e il rammarico di non poter veder crescere le nipoti: “Io qui sarò sempre l’italiana e quando torno in Italia sarò sempre la spagnola, perché ormai ho un accento stranissimo”.
Nicoletta Negrini è un’imprenditrice emiliana che ha imposto il suo brand e i suoi prodotti nel mercato gastronomico spagnolo: “Sono ancora in cammino, ho la Spagna nel cuore, ma sono italiana al cento per cento. Per i prossimi 10 anni mi vedo trascorrere molto tempo qui in Spagna, anche se mantengo ancora la mia casa a Bologna. Il mio appartamento è il mio punto fermo, non ho spostato manco un lenzuolo, tutto è rimasto uguale quindi posso ritornare in qualsiasi momento”.
Noelia Kouchoyan è una giornalista nata in Argentina 49 anni fa: “Sono figlia, nipote e pronipote di italiani e armeni. Mia madre arrivò a Buenos Aires nel 1949 con la sua famiglia, sia italiana che armena, in fuga dalla Seconda Guerra Mondiale e dal genocidio turco. Posso però dire che il viaggio che ho intrapreso è stato fatto per poter offrire a mio figlio un futuro migliore e per dare a lui tutti gli strumenti. Non posso dire a mio figlio cammina tra i tuoi sogni, se io non cammino tra i miei”.
Pietro Davide Jona-Lasinio è il regista che ha realizzato il docufilm Sotto Nuovi Cieli. E lui il cielo lo conosce molto bene, riprendendo in volo i velivoli di Leonardo Aircraft, azienda italiana con cui collabora: “Abbiamo girato tra Madrid, Malaga e Siviglia. Un’esperienza emozionante, anche perché, come regista, mi piace utilizzare l’audiovisivo per fare ricerca. E durante questo lavoro di ricerca ho conosciuto donne completamente diverse l’una dall’altra, partendo da una imprenditrice top class, come Nicoletta Negrini ad una ragazza con una vita molto più ippi come Simona Curci. Da questo docufilm è venuto fuori il coraggio naturale di queste donne che hanno deciso di partire e sono riuscite a metter in piedi la loro vita in un altro paese e lo hanno fatto con una naturalezza”.
“Sotto Nuovi Cieli è una fotografia della migrazione femminile in Spagna”, ha dichiarato alla fine della proiezione del docufilm Andrea Lazzari, presidente del Com.It.Es di Madrid. “Abbiamo voluto intervistare donne di varie generazioni, di vari ceti sociali e di varie provenienze, che raccontassero la loro storia di successo, la loro storia di immigrazione, le loro preoccupazioni e i loro sogni. Noi del Com.It.Es crediamo che questo docufilm possa essere utile per tutti coloro vogliano venire in Spagna, una nazione in cui le donne si sentono libere e in cui è facile integrarsi. Ma bisogna venire preparati, perché solo così ci sono più possibilità di realizzare i propri sogni”.
“Quando il Com.It.Es di Madrid decise di lanciare il progetto del documentario mi sembrò una grande intuizione”, spiega Pietro Mariani, Consigliere CGIE (Consiglio Generale Italiani all’Estero) per la Spagna. “Da anni, prima come presidente ComItEs e poi come Consigliere CGIE per la Spagna, seguivo il processo demografico della emigrazione in Spagna e quella femminile era ed è sempre più in crescita. Quindi un tema attuale. Immediatamente offrii la mia collaborazione a Andrea Lazzari e alle consigliere Lanzilli e Cozzoni. Ho messo a loro disposizione la mia esperienza di creatore di format tv e di giudice internazionale del MISFF (Montecatini International Short Film Festival) di Montecatini, dove faccio parte della giuria del genere documentari. Credo che il risultato finale sia al di sopra delle mie stesse aspettative iniziali. Il merito naturalmente è tutto delle donne protagoniste che hanno aperto il loro cuore al pubblico davanti a una telecamera, cosa non sempre semplice, delle autrici e del regista”.
Soddisfatto e visibilmente emozionato l’Ambasciatore d’Italia a Madrid, Giuseppe Buccino Grimaldi, intervenuto alla presentazione del docufilm: “È un documentario di grande valore. Diverse le cose che mi hanno colpito. Innanzitutto c’è un aspetto che è generale, cioè il rapporto tra la partenza e le proprie radici. É stato spiegato molto bene, in particolar modo da una ragazza quando si riferiva al rapporto con la società di origine e come le cose cambiassero, come restassero degli aspetti di grande vicinanza, ma anche dei cambiamenti della propria vita. Mi è sembrato davvero molto centrato, qualcosa che tutti quanti noi che, per lavoro lasciamo le nostre città e ci troviamo ad operare fuori, colpisce. Poi c’è l’altro aspetto molto importante, la capacità della Spagna di accogliere. Si tratta di donne che arrivano in Spagna in momenti diversi, con situazioni diverse e con storie diverse. Alcune più facili, altre meno, e tutte riescono a trovare una cifra. In particolar modo mi ha colpito il riferimento alla capacità di poter vivere profondamente ma anche con calma in Spagna, come se in questo paese vi fosse una atmosfera un po’ più rilassata. Il regista ha saputo fare un lavoro straordinario perché ha saputo tirar fuori dalle persone le cifre più personali, più profonde. Abbiamo un’opera che ho definito neorealista nel senso più forte della parola, siamo di fronte a storie individuali che hanno però un valore che va al di là dell’individuale, quindi devo dire che per me è stato un’opportunità. Da napoletano che ha molto pensato prima di lasciare la sua amata città per fare altre esperienze, è stato anche commovente”.
Teaser del docufilm
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Foto di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports