Che fine ha fatto l’Angrafe Unica che avrebbe dovuto contenere i dati delle anagrafi sia della popolazione residente che l’Anagrafe della popolazione italiana residente all’estero (AIRE) ?
Per realizzarla (vedi: http://www.agid.gov.it/cad/anagrafe-nazionale-popolazione-residente-anpr) furono stanziati 20mln di Euro che sarebbero serviti per la realizzazione di un un unico grande data center che avrebbe dovuto connettere entro la fine del 2018 tutti i comuni italiani. Un progetto che però sembra essere svanito nel nulla. A denunciarlo il Movimento Difesa del Cittadino dopo l’audizione dell’ex direttore generale dell’Agenzia Nazionale per l’Italia Digitale, Alessandra Poggiani, dinanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione del Paese.
Ad oggi – prosegue l’Associazione dei Consumatori – i comuni che avrebbero aderito al progetto dell’ANPR sarebbero soltanto 26 e non sembra che altri enti abbiano intenzione di fornire questo servizio innovativo ai cittadini. Ogni comune ha una sua banca dati e spesso i software utilizzati per gestire i servizi demografici sono diversi tra loro.
Le amministrazioni invece dovrebbero far confluire i propri dati nel grande data center dell’Anagrafe Unica Digitale ma ci sarebbero forti contrasti proprio sul software da utilizzare. Ma solo solo nel 24% dei Comuni è possibile concludere per via telematica l’intero iter relativo alle richieste di certificazioni anagrafiche mentre il 20,3% dei servizi anagrafici e di stato civile dei comuni è ancora impegnato nel processo di informatizzazione in locale.
“L’ANPR rischia un flop epocale su cui bisogna interrogarsi rivedendo l’implementazione dell’Agenda Digitale Italiana”, sottolinea Francesco Luongo, presidente MDC. Un vero peccato visto che l’ANPR rappresenterebbe uno strumento utilissimo ai cittadini in Italia ed all’estero.”(15/02/2017-ITL/ITNET)